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8 libri per chi ama viaggiare, perfetti da portare in vacanza!

 8 libri per chi ama viaggiare, perfetti da portare in vacanza!

Leggere e viaggiare sono due cose che possono andare a braccetto. La lettura molto spesso è il passatempo preferito dei viaggiatori!

Da sempre il viaggio è stato un argomento amato da scrittori e narratori, molti dei quali hanno pubblicato imperdibili riflessioni su questo tema. Sia per particolare sensibilità dei romanzieri nel cogliere i particolari, sia per la loro eccezionale capacità narrativa, i libri di viaggio offrono indubbiamente ai viaggiatori una prospettiva unica sui luoghi esplorati e raccontati dagli scrittori, con osservazioni fuori dal comune di cui fare tesoro.

Un buon libro è un compagno di viaggio perfetto: fa sognare, non è invadente, sta con voi solo quando lo scegliete e vi ispira a provare e vivere nuove avventure.

Se nella vostra borsa o valigia non manca mai lo spazio per qualche lettura, apprezzerete sicuramente i nostri 8 consigli sugli imperdibili titoli della letteratura da viaggio.

Se state per partire quindi non dimenticate di portare con voi un libro o un e-book, così seguirete il consiglio di uno degli scrittori di viaggio più amati, Tiziano Terzani:

I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio.
Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.

Buona lettura allora, e buon viaggio da Vip Limousine! 

Sulla strada, Jack Kerouac

1 - Sulla strada, Jack Kerouac

Sal Paradise, un giovane newyorkese con ambizioni letterarie, incontra Dean Moriarty, un ragazzo dell’Ovest. Uscito dal riformatorio, Dean comincia a girovagare sfidando le regole della vita borghese, sempre alla ricerca di esperienze intense.

Dean decide di ripartire per l’Ovest e Sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di Sal. La fuga continua di Dean ha in sé una caratteristica eroica, Sal non può fare a meno di ammirarlo, anche quando febbricitante, a Città del Messico, viene abbandonato dall’amico, che torna negli Stati Uniti. 

La postfazione è di Fernanda Pivano.

Merita una notevole attenzione lo stile narrativo utilizzato da Kerouac, così ritmato e spontaneo, frenetico, spesso ripetitivo e meno coinvolgente nel finale, di grande potenza evocativa, tale da rendere ancora più vere le sensazioni e le emozioni dei protagonisti.

Sembra quasi che l’autore americano registri quello che vede, le descrizioni di paesaggi, la natura, la gente.

Sulla Strada è un romanzo apparentemente semplice, ma che contiene diverse chiavi di lettura: a una prima impressione esso appare come un romanzo di viaggio o più semplicemente la descrizione della vita di un gruppo di giovani scapestrati; su un piano storico, o teorico-letterario esso è un documento fondamentale per capire la Beat Generation e vedere più da vicino il modo di pensare di molti dei suoi esponenti.

Su un piano morale, invece, lo si può definire come un romanzo di formazione, non tanto per un effettivo cambiamento nella vita dei protagonisti quanto per una più profonda presa di consapevolezza nei confronti della vita.

In questo romanzo c’é un qualcosa che riesce a sopravvivere indelebile nonostante gli anni passati dalla sua pubblicazione, ed è un qualcosa che difficilmente passerà di moda, poiché costitutivo dell’uomo che Kerouac tratteggia in modo incomparabile: il tema della libertà dell’essere umano, del suo potere decisionale, del suo poter scegliere, nel bene e nel male, la propria direzione, il proprio viaggio.

La strada non è altro che il cammino che ognuno di noi può scegliere per sé, lontano da imposizioni di sorta, dall’idea di quella tranquillità borghese che seppur oggi abilmente mascherata non è mai morta.

«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare» 

La corsa del levriero. In Greyhound da Pittsburgh a Los Angeles

2 - La corsa del levriero. In Greyhound da Pittsburgh a Los Angeles, Alex Roggero

In questo libro l’autore racconta il suo viaggio negli Stati Uniti; quindicimila chilometri lungo strade dimenticate, inseguendo e facendosi inseguire dal ”levriero” o meglio "greyhound", il mitico autobus dei viaggi d’America.

Negli anni Trenta e Quaranta i torpedoni azzurri erano il mezzo di trasporto preferito dagli americani, e le superbe stazioni art déco disegnate dai più famosi architetti dell'epoca rappresentavano in ogni città, anche quelle più sperdute, il simbolo del progresso e dell'avventura.

Dalle strade sterrate dei deserti dell'Ovest alle levigate autostrade volute da Eisenhower, i bus della Greyhound erano gli unici veri re della strada. Ritornare oggi sulle corriere del levriero lungo le vecchie highway, che hanno fatto da sfondo alle avventure di generazioni di viaggiatori, significa scoprire gli splendori andati e le piccole miserie quotidiane.

Saper vedere, dietro queste vite dimenticate e marginali, gli uomini di colore che all'inizio del XX secolo lasciano le piantagioni per il Nord, o gli oakies di Steinbeck che fuggono la Grande Carestia verso la California, o gli hobo che saltano sui vagoni dei treni in corsa verso la libertà, significa riconoscere in fondo a ogni rettilineo, dietro ogni curva, all'inizio di ogni viaggio, il fantasma del blacktop, il manto nero dell'asfalto, spirito delle strade americane che nasce dalle piste sterrate dei pionieri, sopravvive ai bordi delle highway di provincia.

Questo si nasconde nelle stazioni di servizio dalle forme più strane, si affaccia sulla Old Route 66, declassata e bistrattata dai pubblicitari di mezzo mondo, ma pur sempre la più famosa delle vecchie strade d'America.

Vibrante, disordinato, a tratti poetico. Ma anche vero, accaldato e altalenante: come lo è un viaggio coast to coast.

Nelle Terre Estreme di Jon Krakauer

3 - Nelle Terre Estreme, Jon Krakauer

Chris Mc Candless è un ragazzo di 18 anni figlio di Walt e Billy, due persone che hanno coronato il sogno americano del self made man: si sono arricchiti faticando e lavorando moltissimo. 

Finito il college, Chris ha davanti a sé un futuro assicurato: 20.000 dollari in banca, i genitori disposti a sostenerlo in qualsiasi studio voglia cimentarsi e voti eccezionali che gli garantiscono l’accesso alle più prestigiose università americane.

Contrariamente a ciò che ci si aspetta da lui, dona in beneficenza i suoi risparmi e inizia un viaggio verso l’Alaska alla ricerca della verità, la sua verità e non quella che la società ha confezionato per lui.

Durante il viaggio, Chris impara a cavarsela da solo e ad essere completamente autonomo: si procura lavori stagionali, impara a spostarsi senza mezzi propri e a controllare i morsi della fame.

Ma, ancora più importante, gradualmente, inizia a rendersi conto del ruolo fondamentale della solidarietà umana per la riuscita del suo viaggio.

(Spoiler sul finale, attenzione!) Purtroppo questa ultima verità gli si rivela pienamente quando non c’è nessuno che possa aiutarlo e il suo destino è ormai irrimediabilmente segnato. Chris, nell’ultima tappa del suo viaggio, in Alaska, rimane senza viveri e per sopravvivere si nutre di bacche e animali cacciati. Un errore fatale fa sì che la radice di cui si nutre sia tossica e lo porti inevitabilmente alla morte.

Questo romanzo è tratto da una storia vera: lo scrittore Jon Krakauer venne incaricato di scrivere un articolo sul ritrovamento del ragazzo, Krakauer si appassionò a questa vicenda e decise di scrivere un romanzo aiutandosi con il diario ritrovato e le testimonianze della sorella e dei vari amici che Chris aveva incontrato durante il suo viaggio.

Non fissarti in un posto, muoviti, sii nomade, conquistati ogni giorno un nuovo orizzonte. Ti sbagli se credi che la gioia derivi soltanto o principalmente dalle relazioni umane. 

La famiglia Wang contro il resto del mondo, Jade Chang

4 - La famiglia Wang contro il resto del mondo, Jade Chang

Charles Wang è emigrato da Taiwan in America tanti anni fa e si è costruito un impero nell’industria dei cosmetici. Ha rischiato molti investimenti azzardati, senza sapere che si stava avvicinando una delle più grandi crisi economiche della storia, quella del 2008, e ha perso tutto: fabbriche, negozi, case, macchine.

Ma Wang ha un piano, andrà in Cina, dove non è mai stato, e recupererà le terre della sua famiglia, confiscate al tempo della rivoluzione.

Prima deve però attraversare gli Stati Uniti per radunare i suoi americanissimi figli, raccogliere lungo la strada i due minori, una studentessa di liceo appassionata di moda e uno studente universitario che sogna di diventare un attore comico, e arrivare a New York dalla figlia maggiore, artista di successo in crisi sia lavorativa che sentimentale.

Questo frizzante romanzo on the road, tra motel squallidi, feste di matrimonio sudatissime e alcoliche, parenti troppo affettuosi o americani stupidi e ignoranti, permette a Jade Chang di costruire abilmente un puzzle di brevi tableau dell'America che cambia, mentre conosce la sua crisi più devastante e si appresta ad eleggere il primo presidente nero.

Una saga familiare di dis-integrazione culturale in salsa agrodolce, accompagnata da pagine lucide che spiegano la crisi, cogliendone anche il lato della sofferenza umana.

Nella lotta impari contro tutti, la famiglia Wang, che non appartiene interamente a nessuno dei due mondi separati dal Pacifico, comprende che le sue diverse radici le consentono di riscoprire soprattutto sé stessa.

Come Colombo, troverà la sua "nuova America" quasi per caso, nel mondo nuovo che sta nascendo dove cerca rifugio, cioè nel vecchio mondo del passato cinese ormai dissolto.

Ma la lunga marcia on the road della famiglia Wang è appena cominciata. 

 Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita, Cheryl Strayed

5 - Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita, Cheryl Strayed

Wild è, prima di tutto, la storia vera di una donna coraggiosa. La storia di una donna coraggiosa che ha perso tutto e ha paura, ma che ha la forza di raccogliere i cocci della propria vita e di rimetterli insieme.

Dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl, a soli ventisei anni si ritrova con una vita completamente stravolta.

Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia tra montagne, foreste, animali selvatici, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo.

Una storia di avventura e formazione, di fuga e rinascita, di paura e coraggio. Una scrittura intensa come la vicenda che racconta, da cui emergono con forza il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte a una natura grandiosa e potente.

Più che la strada percorsa, il vero centro è il viaggiatore stesso. Non ha importanza quanto si è andati lontano, quanto si è messa a rischio la propria vita: il valore del viaggio è superare il proprio limite personale, la propria paura, mettersi in qualche modo alla prova, quindi tornare cambiati e più forti. Quale conquista è migliore di questa? 

Un indovino mi disse, Tiziano Terzani

6 - Un indovino mi disse, Tiziano Terzani

Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, noto giornalista e scrittore corrispondente del settimanale tedesco Der Spiegel, oltre cge collaboratore di Repubblica e Corriere della Sera: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Nel 1992 Terzani si sentì stanco e dubbioso sul senso del proprio lavoro e fu in quel preciso momento che gli tornò in mente quella profezia e la percepì come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi: decise di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare a viaggiare.

Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.

È proprio il tema del viaggio che contraddistingue il personaggio di Terzani e in questo libro il lettore vive sulla propria pelle l’Asia da lui descritta, ma soprattutto il cambio di prospettiva dovuto alla mancanza degli aerei: gli spostamenti non sono più immediati e diventano lunghi giorni, si arricchiscono di incontri, di storie, di paesaggi che altrimenti non si sarebbero mai potuti notare e le distanze riacquistano un senso: il raggiungimento di una meta ha il sapore di una conquista e di piena soddisfazione.

Fu una splendida decisione e l’anno 1993 è finito per essere uno dei più straordinari che io abbia passato: avrei dovuto morirci e son rinato. Quella che pareva una maledizione s’è dimostrata una vera benedizione.

 

La strada, Cormac McCarthy

7 - La strada, Cormac McCarthy

Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile.

Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c’è storia e non c’è futuro.

Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all’olocausto nucleare, e la nascita del bambino avvenuta proprio durante la guerra.

Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare.

Lo stile di McCarthy è asciutto e, al contempo, descrittivo. Ci racconta ciò che succede mostrandocelo per quello che è, non aggiunge ciò che i personaggi provano compiendo un determinato gesto, non ci spiega cosa stiano pensando mentre ne fanno un altro.

Eppure, dietro ad ogni singola parola c'è un significato che va ben oltre alla superficie di quanto stiamo leggendo.

In questo romanzo, inoltre, la scrittura di McCarthy appare più poetica. Non scrive in rima, non compone sonetti, eppure in alcuni punti, in alcuni frammenti, ciò che fa McCarthy non è "semplice" prosa.

Trattandosi di un romanzo post apocalittico, il lettore potrebbe aspettarsi una trama particolarmente avvincente e spettacolare. L'idea da cui parte tutto è, in effetti, quella da cui partono molti libri del genere: pochissime persone rimaste vive, i sopravvissuti viaggiano da una parte all'altra del mondo per riuscire a trovare il modo di sopravvivere e magari, ricostruire una qualche forma di società.

Una storia, insomma, che si vende da sola e che proprio per questo, può creare aspettative diverse da quello che effettivamente succederà. Ciò che succede nello svolgimento, infatti, non si può considerare un'evoluzione dell'idea iniziale.

Non è altro che un continuo ripetersi delle situazioni vissute dai personaggi: hanno fame, hanno sete, sono in pericolo. "La strada" non è un romanzo d'azione, non è un thriller psicologico, non è un libro d'avventura: è invece introspezione, significato, profondità.

Si tratta di una metafora della sopravvivenza: qualcosa che ci fa vedere l'uomo puro, quello che deve scegliere tra ciò che è giusto e ciò che serve e che, forse, non ha neppure questa scelta.

Mentre morivo, William Faulkner

8 - Mentre morivo, William Faulkner

Un viaggio folle su un barroccio sgangherato, tra inondazioni e fienili in fiamme, sotto i cerchi sempre più fitti degli avvoltoi che accompagnano speranzosi il grottesco funerale di Addie Bundren.

Attorno alla bara, spinti dai segreti più diversi, ingobbiti nei loro destini indicibili, il marito, la figlia e i quattro nipoti. Faulkner scrive questo suo quinto romanzo in sei settimane: è l’estate del 1929, ha trentadue anni, lavora di notte come operaio in una centrale elettrica e ha appena pubblicato “L’urlo e il furore”.

“Mentre morivo” ne rappresenta l’evoluzione tecnica, dove le voci monologanti si moltiplicano in una successione a spirale, fondendosi poi in una rara armonia di dissonanze.

La storia, che apparentemente ha una trama semplice, è descritta in modo particolarmente difficile: non esiste solo un narratore, ma in ogni capitolo il narratore cambia, anche se spesso si ripete dopo un paio di pagine. Questo espediente, però, ci dà la possibilità di conoscere il punto di vista – seppur in poche righe – di ogni personaggio.

  

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Tags: Cultura